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La natura inumana: lo tsunami e i poveri

Il Tao Te Ching al capitolo quinto: "Il cielo e la terra sono inumani: trattano i diecimila esseri come cani di paglia".

Da poco è stato in programmazione nelle varie sale d'Italia, con un basso indice di ascolto, purtroppo, The day after tomorrow, un film proposto in anteprima dalla Federazione dei Verdi, per sensibilizzare le persone a una maggiore attenzione alle tematiche ambientaliste. Da sempre l'uomo vuole sfidare la natura, e non riesce a comprendere che perchè ci sia armonia tra uomo e natura ci deve essere rispetto. Lui costruisce, lui distrugge, lui uccide, solo per i propri fini. Quando smetterà di pensare ai propri lucri e puntare a un rapporto civile con se stesso e con la natura?

Scrive Goethe: "Natura! Da essa siamo circondati e avvinti, né ci è dato uscirne e penetrarvi più a fondo. Ci rapisce nel vortice della sua danza e si lascia andare con noi, finché siamo stanchi e le cadiamo dalle braccia. Viviamo nel suo seno e le siamo estranei. Costantemente operiamo su di essa e tuttavia non abbiamo alcun potere sulla natura. La vita è la sua invenzione più bella e la morte è il suo artificio per avere molta vita. Non conosce né passato né futuro. Il presente è la sua eternità".

La Terra si è ribellata, distruggendo i paradisi dei ricchi. Per la prima volta nella storia c'è un equità che di per se stessa è ingiusta, sono morti poveri, ricchi, anziani, bambini, uomini e donne. La mano della Natura che tanto l'uomo pensa di riuscire a controllare, "finds its way" come sostiene Crichton Michal in Jurassic Park, ha ristabilito un ordine che si cerca di spezzare con l'arrogante consumismo. Queste terre piene di sole e luce e da un mare cristallino, hanno visto con gli anni che l'uomo avanzava verso il mare costruendo Hotels, strade, cementificando tutto il possibile, solo per il gusto di pochi. Si sa che i poveri vivono per sopravvivere e hanno distrutto quanto gli veniva chiesto dai "bianchi" pur di accontentare le loro brama. Piu' si costruiva e piu' venivano a mancare quelle vegetazioni che potevano alleviare questa distruzione immane.

Lo scienziato Waverly Person, del centro nazionale di informazioni sui terremoti presso lo Us Geological Survey, ha dichiarato: "La maggior parte delle persone poteva essere salvata, se le regioni colpite avessero avuto un sistema di misurazione delle onde e di allerta sull'arrivo degli tsunami".

Un maggiore interesse per l'ambiente avrebbe salvato di certo molte vite, come sostiene Sebastião Salgado: "siamo tutti parte di un comune destino: quello di condividere il pianeta in cui viviamo e le responsabilità per le conseguenze delle ferite che a questo pianeta continuiamo a infliggere [...]" , da sempre gli ambientalisti si battono per la savalguardia della Terra, ma vengono visti come uccelli del malaugurio, ma come dice Norberto Bobbio "l'indifferenza è veramente la morte dell'uomo".

Le civiltà arcaiche e antiche ci hanno sempre insegnato il rispetto per la natura, Prometeo, che aveva donato la tecnica agli uomini, ponendogli questa domanda: "È più forte la tecnica o la necessità che governa le leggi di natura?". Prometeo, amico degli uomini e inventore delle tecniche, dà la sua risposta lapidaria: "La tecnica è di gran lunga più debole della necessità che governa le leggi della natura". Così riferisce Eschilo nel Prometeo incatenato, e Sofocle, di rincalzo, nell'Antigone dice che l'aratro ferisce la terra, ma questa si ricompone dopo il suo passaggio.

L'uomo volta le sue spalle alla Natura alla fame dei poveri, ma prima poi ci sarà sempre una giustizia "da colui che tutto muove" come dice Dante Alighieri nel Paradiso. La verità è saper continuare andare avanti, riuscire a diffondere un criterio di rispetto reciproco, perchè il mondo è governato dall'indifferenza, perchè siamo noi che lo vogliamo, basta alzarasi ed essere in grado di dire no è sufficiente. Quando si parla di pace si è dei "bolliti" come direbbe Ferrara perchè la parola democrazia ci permette oramai di spogliare il mondo delle sue leggi morali. La democrazia è portare equità e benessere dove già ce n'è, allora è giusto il sillogismo Hegeliamo del rapporto del ricco e del povero? Se c'è il ricco ci deve essere il povero. Siamo noi che creiamo i rapporti e le relazioni il Moscovici enfatizza che le idee collettive , quelle costruite all'interno dell'interazione con gli altri si trasformino in elementi cognitivi che guidano la costruzione della reltà.

Allora è l'individuo che governa se stesso.

L'individuo deve essere in grado di essere autonomo, staccarsi dalla società per non essere travolto, dal suo desiderio di distruzione. Perchè come sostiene Le Bon la folla sottolinea il carattere distruttivo e di minaccia, è il luogo dove hanno modo di esplodere l'irrazionalità, le passioni brutali e inconsce degli individui, che di fronte a una immagine di un bambino che muore soffre, ma per un attimo, perchè poi si dimentica che ogni minuto nel mondo muiono 10 bambini al giorno, e torna a fare la sua vita indifferente.

Siamo noi che dobbiamo essere in grado di controllare l'indifferenza per non essere travolti.