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Karol Wojtyla: il Papa dei giovani

Il leader dei Verdi aveva annunciato la sospensione delle manifestazioni di campagna elettorale in segno di rispetto e di partecipazione alla commozione che stava coinvolgendo il mondo intero per le condizioni di salute del Pontefice. Intanto su Raiuno andava in onda il comizio eletorale di Silvio Berlusocni mentre il mondo intero si piegava in ginocchio a pregare per la salute del Papa.

I media come CNN e BCC e persino Aljazeera hanno sospeso le loro trasmissioni per un servizio speciale sullo stato di salute del Santo Padre, mentre su Raiuno la prima rete RAI nazionale italiana continuava Porta a Porta di Vespa con delle notizie che scorevano sullo stato di salute del Papa. In questa situazione il servizio pubblico ha tradito gli italiani che amano il Papa perchè non sono partiti immediatamente servizi di informazione perchè risultava essere piu' importante la campagna della Casa delle Libertà.

"Non ci sono più speranze". Era il bollettino: "Condizioni sempre più gravi. Parametri biologici compromessi, respiro superficiale". Poi la Messa con Ruini e Ciampi in San Giovanni.

L'immagine dei fedeli che pregano e che hanno pregato in piazza S. Pietro fino a tarda sera è l'immagine di persone che amano il Papa.

C'erano persone di tutte le etnie e di tutte le religione a pregare per una figura simbolica che è riuscita nella sua grandezza a unire il mondo rendendolo globalizzato in un senso umano cercando sempre nella sua sobrietà di condannare atrocità e violenze e guerre.

"Non c'è speranza senza paura, e paura senza speranza" , aveva detto il nostro amato Karol Wojtyla e i giovani che come me sono rimasti fino a tarda sera a cantare canzoni per scaldare la notte triste e fredda con canzoni che tutti noi da ragazzi abbiamo cantato nel periodo della Comunione e della Cresima, canzoni che ci hanno legato ai nostri coetanei. C'erano giovani, solo giovani speranzosi di vedere un segnale da quelle due finestre del terzo piano dove un tempo si affacciava Giovanni Paolo II. Gruppi di ragazzi si alternavano a scaldarsi in un bar e poi di nuovo in piazza con piu' energie per affrontare una notte avversa ma che ha fatto compredere l'amore dei giovani per il Pontefice.

Il Papa ha unito i giovani con la famosa Giornata mondiale dei giovani tenutasi a Roma, lui che ha ha sempre amato i giovani come il futuro di una generazione migliore, educandoci a condannare le violenze e all'unione tra popoli e religioni diverse condannando i secolarismi troppo estremi che portano solo all' odio.

Il Papa sta morendo ma non morirà l'amore che i Giovani e che tutti i fedeli hanno riservato per una figura così speciale.

Tutti noi preghiamo con un nostro rosario personale e silenzioso perchè non possa soffrire e che tardi ad arrivare quell'annuncio che piegherebbe il mondo nella tristezza.

E come ieri sera primo Aprile con tutti i giovani bisogna dire: Viva il Papa!

Le ultime parole note e diffuse a tutto il mondo nel pomeriggio dal portavoce della Santa Sede Navarro Valls, il Papa le ha dedicate ai giovani, che numerosi sono accorsi tra ieri e oggi a Roma: "Vi ho cercato, adesso siete venuti da me e per questo vi ringrazio".

"Vogliamo ricordare il suo messaggio di pace, le sue parole spesso inascoltate sulla necessità di far tacere le armi e il suo grande impegno sociale, soprattutto in favore del Sud del mondo, contro le povertà e le ingiustizie", ha detto il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio alla notizia della scomparsa del Papa.

"I suoi accorati appelli per la pace e l'impegno per i più poveri - continua Pecoraro Scanio, che ha anche espresso il profondo cordoglio dei Verdi per la morte del Papa - resteranno sempre un patrimonio messo a disposizione della nostra coscienza collettiva, dei credenti e dei laici e testimoniano un impegno che neanche le precarie condizioni fisiche degli ultimi anni hanno potuto rallentare".

"Vogliamo ricordare con commozione e rispetto - conclude il leader del Sole che Ride - l'alta figura di un Pontefice umanissimo, che ha speso il suo magistero accanto ai più deboli. Un Pontefice che si è battuto contro i totalitarismi del ventesimo secolo, demoliti anche grazie alla forza delle sue parole, e per il dialogo interreligioso, contro pericolosi fondamentalismi e fanatismi" e che "nell'enciclica Centesimus Annus e in tanti discorsi, ha espresso forte preoccupazione per la questione ecologica, per il consumo eccessivo e disordinato delle risorse terrestri".