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L’INTERAZIONE SIMBOLICA – Raffaela Petrilli

I

Comunicazione -) mediante segni

Comunicazione -) azioni comunicative

Comunicare -) modo di comportarsi -) movimenti -) agire

Comunicare -) agire -) = Comunicare -) forma dell’agire

Comunicazione -) analizza l’agire umano

Comunicazione -) azione di risposta = comunicare -) agire insieme a qualcun altro -) inter-agire

II

Agire -) compiere un movimento -) raggiungere uno scopo

Azione -) comportamento -) per raggiungere uno scopo – obiettivo

Scopo -) è il motivo che spinge a compiere un’azione

Afferrare lo scopo = capire – comprendere il valore dei gesti e dare senso alla loro sequenza

L’AGIRE:

A) Individuo che agisce - Individuo ricevente
B) Scopo perseguito
C) Entità fisiche sui o per mezzo delle quali si provoca un cambiamento


TIPI DI AZIONI; (Wittgenstein)

Atti naturali: (animali) che l’essere umano ha in comune con gli altri animali

Atti rituali: che lo contraddistinguono rispetto ad altri viventi animati.

Le forme dell’agire rituale vengono definite “azioni di utilità” (ADU) e hanno uno scopo “costruito”.

Vengono definite Attività (Atti) Naturali (AN) azioni realizzate dagli umani in modo diverso con uno scopo “obbligato”.

III

AN -) scopo di sopravvivere -) atti automatici - Agire = eseguire una serie di ordini genetici

Le AN hanno 4 proprietà:

1) Hanno obiettivi predeterminati – coincidono con l’atto (con “scopi” fissi predeterminati geneticamente) gli atti sono necessari e obbligati all’unico obiettivo che è la sopravvivenza.

2) Agiscono sul mondo esterno offerto dalla percezione – interagiscono per espletare le esigenze vitali è colto mediate l’attività percettiva sensibile realizzata dai 5 sensi e dal movimento fisico. Il mondo è il luogo determinato dall’attività sensoriale e motoria.

3) Vengono eseguite da ogni essere umano singolarmente in modo costante e omogeneo – l’esecuzione delle AN è fissa senza variazioni significative – per tutti gli esseri umani sono gli stessi: sia i bisogni naturali sia gli atti attraverso i quali quei bisogni sono soddisfatti. L’AN è l’azione del singolo – intra - soggettiva – si svolge sì nel mondo ma per se stessi per assolvere alle proprie necessità bio – fisiologiche.

4) Richiedono sviluppo fisico adatto – il corpo deve essere sviluppato per poterle compiere.

AN:

1) non hanno scopi veri e propri ma obiettivi prefissati
2) non prevedono l’inter – soggettività
3) le entità fisiche coinvolte sono di natura percettivo – sensibile motoria

Espressione -) reazione fisica immediata alle sensazioni di qualche tipo che colpiscano l’essere animato.

IV

Condizioni per l’agire umano (paleontologia):

1) la stazione eretta
2) uso dell’arto per costruire strumenti
3) la faccia corta


A) La locomozione è determinata: colonna vertebrale – orizzontale – diagonale – verticale
B) Dentatura: lunghezza maggiore – minore della faccia quanto più la faccia è corta tanto più diminuiscono le funzioni
C) L’uso delle mani: assumono le funzioni che la dentatura debole non può svolgere
D) Il volume del cervello: la riduzione della grandezza dei denti favorisce lo sviluppo cervello


Grazie alla propria condizione fisio - biologica, gli umani sono in grado di svolgere “un’attività tecnica” che consiste nella costruzione e nell’uso di utensili, veri e propri “organi artificiali”. L’utensile costruito dall’ominide mediante un’azione di Utilità, e usato per assolvere a necessità che non potrebbe assolvere solo sul suo apparato fisiologico, è un’entità fisica – utile.

V

Apprendimento:

a) direttamente dal patrimonio genetico (comportamenti a controllo genetico diretto)
b) comportamenti appresi che risentono solo indirettamente del controllo genetico (comportamenti a controllo indiretto) grazie alla sua interazione con l’ambiente sociale che lo circonda .

Costruire utensili:

è un comportamento appreso che richiede l’interazione effettiva dell’individuo con l’ambiente sociale, per tanto la formazione di una “memoria personale” è guidata dalle abilità e dalle conoscenze del gruppo al quale appartiene e dal quale riceve l’addestramento. L’individuo si immette nel flusso di una “memoria sociale”.

VI

L’agire umano è di utilità – la capacità di ADU è una capacità creativa. L’agire di utilità produce la possibilità di un nuovo agire.
La costruzione di utensili mediante azioni di utilità è evidentemente un processo di progettazione e creazione di nuove ADU, vale a dire di nuovi tipi di azioni e di nuovi scopi.
Ogni ADU rimanda a un insieme di ADU precedenti , che l’hanno resa possibile, e apre la porta a ulteriori possibilità di azioni. L’agire umano, cioè l’agire di utilità, ha un valore cognitivo, produce nuova conoscenza, producendo nuove possibilità di operare, sempre nuovi scopi per nuove azioni culturali.

VII

Proprietà delle ADU:

Le ADU sono artificiali e richiedono il rapporto intersoggettivo tra esseri umani. Nelle ADU sia lo scopo che i comportamenti fisici – la sequenza di movimenti – necessari a raggiungerlo sono artificiali. Non sono naturali e quindi non necessari. Le azioni naturali accadono nel modo in cui devono accadere sono fisse ed immutabili, le azioni di utilità, sono compiute perché l’uomo ha imparato a compierle L’elemento della intersoggettività e socialità è essenziale, è condizione indispensabile per le ADU. L’agire umano, nella sua variabilità, è culturale. L’agire umano intersoggettivo è culturale.

Le ADU si apprendono, sono azioni che si apprendono, che possono essere compiute solo in quanto siano state apprese. Apprendere un’azione significa essere messi in grado di compierla, vale a dire conoscere:

a) le azioni necessarie per realizzarla
b) lo scopo al quale quelle azioni mirano
c) le entità fisiche con cui si agisce nella realizzazione dell’azione

Aver appreso un’ADU implica essere in grado di comprenderla. Noi comprendiamo le azioni che formano la nostra cultura e che vediamo svolgersi in atto.

Comprendere è:

a) una nozione importantissima perché è la modalità fondamentale del comportamento collettivo, ovvero sociale e culturale, umano. Indica il meccanismo di base dell’organizzazione antropologica, sociologia e culturale degli esseri umani
b) condividere informazioni su operazioni culturali (di utilità) tipiche di un gruppo sociale umano

L’abitudine alle ADU:

una parte delle ADU sono comprese per abitudine ovvero per addestramento implicito (che subiamo vivendo all’interno del gruppo socio-culturale d’appartenenza).


L’abitudine per Aristotele è il modo con cui normalmente si compiono azioni di utilità., è il modo in cui si fa ciò che si fa spesso, è saper fare qualcosa senza dover far intervenire il pensiero razionale, e dunque meccanicamente. L’agire per abitudine riguarda azioni che si compiono in quanto siano state apprese possono sembrare “simili alle azioni naturali”.

Anche Hume attribuisce una grande importanza all’abitudine. Non collega affatto l’abitudine all’agire umano di utilità, caratterizzato dallo scopo (variabile e creativo) bensì al percepire umano. L’abitudine diventa così meccanismo psicologico che scatta grazie alla ripetizione continua delle stesse percezioni della stessa sequenza di percezioni di fatti naturali. L’abitudine di Hume, non richiede che gli atti percettivi, ripetuti e elaborati dall’immaginazione – capacità di organizzare concettualmente i risultati del percepire, che porta a formulare,. Questa abitudine riguarda il soggetto singolo e ha come scenario il mondo esterno e gli stimoli che questo invia al soggetto. Essa conduce il soggetto – secondo Hume - a formulare una conoscenza relativa al mondo solo naturale (es.: il fuoco è causa di calore).

VIII

Comunicazione: (il comunicare si inserisce in un Agire di Utilità)

A) individuo che agisce – individuo “ricevente”
B) Scopo
C) Entità fisiche (su cui o per mezzo delle quali)


Comunicare è una forma di Agire. L’azione di comunicazione si inserisce in Azioni di Utilità.

Si può quindi: .: descrivere l’agire umano distinguendo le azioni di Utilità dalle Azioni per comunicare
.: comprendere che l’ADU di comunicazione raggiunge il suo scopo quando il comportamento del primo utente provoca il comportamento di risposta del secondo utente.

Es.: Suonare il campanello

ADU di riferimento: entrare in casa
Utenti: ospite – padrone di casa
Scopo: sollecitare il destinatario ad aprire la porta d’ingresso
Entità fisiche: segnale sonoro suono del campanello

IX

Comunicare è un Agire che si connette a un altro Agire; la comunicazione umana è un’azione che si colloca sempre nel contesto più ampio di un Agire di Utilità. Per comunicare bisogna assumere le Azioni Umane come universo di riferimento, o contenuto referenziale. Data un’Azione di segnalazione (comunicazione) c’è sempre una relazione tra esse e un’ADU, una relazione simbolica – semiotica. La relazione simbolica lega l’Azione di comunicazione con un’ADU, che ne costituisce il contenuto di riferimento. Le Azioni di utilità sono tutte azioni cooperative.

Comunicare è regolare – migliorare l’interazione tra individui - la comunicazione è un Agire legato a un’ADU di riferimento da un rapporto simbolico, e che serve a coordinare i comportamenti reciproci degli individui che seguono quell’ADU.

Nella comunicazione sono importanti: a) i sensi da comunicare
b) segnali individuabili


Es.:

ADU entrare in casa (riferimento - contesto)
sollecitare il destinatario ad aprire la porta d’ingresso (senso)
suonare il campanello (segnale)

Comunicare mediante un segnale implica sapere quale sia l’ADU di riferimento e quale sia il senso. Comprendere un segnale consiste nel riconoscere quale azione specifica sia segnalata. Quando disponiamo già di una serie di sensi, di segnali e di ADU, si dice che abbiamo a disposizione un codice semiotico. Una cultura comprende sia ADU sia Azioni di comunicazione prefissate (vari codici). I segali di tali codici fissano: a) l’ADU di riferimento
b) un senso
c) il segnale

E’ sempre possibile costruire un nuovo codice, a partire da un’ADU di riferimento. La creatività della comunicazione si manifesta come:

a) scelta del senso
b) scelta del segnale

La necessità di nuove forme di comunicazione può dipendere:

1) dal costituirsi di una nuova ADU (costruire una nuova azione comunicativa corrispondente)
2) dalla decisione di instaurare un rapporto di interazione (decisione di comunicare)

L’effetto finale è instaurare una relazione semiotica tra segnalazioni e Azioni di utilità.

X

Per gli esseri umani il codice più importante è quello verbale. Sono azioni di comunicazione verbale quelle che si compiono usando come segnali l’entità fisica voce umana. Il Wittgenstein sostiene che comunicare verbalmente è stabilire un rapporto simbolico con un agire di utilità. Si entra nella comunicazione verbale attraverso l’operare intersoggettivo di utilità. I segnali verbali si comprendono in quanto si leghino alle ADU di riferimento. Le espressioni verbali e non – verbali si giustificano nella relazione simbolica con un agire che è necessariamente intersoggettivo. Il Wittgenstein ha denominato “forme di vita” le Azioni di Utilità culturalmente stabilite e riconoscibili, e ha denominato “giuoco linguistico” il rapporto simbolico che lega Agire di Utilità e Agire per comunicare.

- I segnali verbali possono tradurre segnali non verbali

.: la comunicazione verbale riguarda Azioni di Utilità
.: l’azione comunicativa serve a perseguire lo stesso scopo.
.: comunicare è una forma di azione che riguarda altre azioni
.: un’azione comunicativa può essere tradotta in parole mentre il contrario non è possibile

Nella comunicazione verbale accade frequentemente che gli stessi segnali utilizzabili in riferimento a molte ADU.

- Un unico segnale verbale può rimandare a molte diverse ADU di riferimento
- La variazione del senso di uno stesso segnale verbale dipende dalla variazione delle ADU di riferimento
- Le espressioni verbali hanno la peculiarità che il loro senso può variare anche quando l’ADU di riferimento resti la stessa.

Dal punto di vista semiotico il senso è lo specifico comportamento o atto da compiere all’interno di una più vasta Azione di Utilità.

XI

.: Il primo livello della comunicazione :.

Ogni Azione di Comunicazione si svolge in rapporto simbolico con un’ADU, può essere stabilito per raggiungere tre obiettivi diversi:

I) si può comunicare per coordinare l’interazione degli utenti nell’eseguire l’ADU di riferimento
II) si può comunicare per far conoscere l’ADU di riferimento
III) si può comunicare per analizzare la comunicazione stessa e non un’ADU qualunque

Nella funzione del comunicare di primo livello, il comunicare il senso non è altro che uno specifico comportamento che gli utenti assumono nel contesto stabilito da un’ADU. Tutti i codici semiotici servono ad eseguire la comunicazione di primo livello. Generalmente i segnali sono prodotti per abitudine e automaticamente sono recepiti dal destinatario. L’attenzione di chi segnala e di chi riceve il segnale deve convergere sull’ADU e sui singoli comportamenti. Tutte le azioni comunicative di primo livello derivano dalla presenza prioritaria di un’Azione di Utilità che le precede; e rimandano all’Azione di utilità. Al primo livello, comunicare è un agire all’interno di un altro agire. E il senso non è altro che un comportamento, un agire.

XII

La comunicazione per fare – comunicazione di primo livello – possono essere funzione emotiva – funzione conativa – funzione fatica e poetica.

Secondo Jakobson si ottiene una tipologia semplice ed efficace, delle possibili comunicazioni di primo livello:

a) comunicazioni che sollecitano l’esecuzione di un’ADU da parte del ricevente (conativa)
b) comunicazioni che sollecitano l’esecuzione di un’ADU da parte dell’emittente (emotiva)
c) comunicazioni che sollecitano l’interazione tra emittente e destinatario nell’esecuzione di ADU (fatica/poetica)

.:: Comunicazioni di tipo (a)

Collochiamo nella prima categoria tutti i segni che sono prodotti, in relazione a un’DU, per fare qualcosa al destinatario. (cartello di divieto – codice dei movimenti)

.:: Comunicazioni di tipo (b)

Collochiamo nella categoria (b) gli atti di comunicazione che sono prodotti, in relazione a un’ADU, per far fare qualcosa al destinatario ma anche per segnalare l’atteggiamento concomitante o coordinato che assume l’emittente stesso. (cartelli di avvertimento)

.:: Comunicazioni di tipo (c)

Collochiamo nella categoria (c) tutti i segni prodotti per sollecitare l’interazione tra emittente e destinatario nell’esecuzione di una qualche ADU. In questa categoria collochiamo anche la comunicazione a prevalente funzione poetica. La funzione poetica non riguarda solo testi poetici e letterari, riguarda invece qualunque comunicazione per la quale l’emittente preti una particolare attenzione alla forma del messaggio. La funzione poetica è attrarre e mantenere l’attenzione del Destinatario. (poesia - pubblicità)

XIII

.: Il secondo livello della comunicazione :.

L’addestramento può essere realizzato in due modi: a) mediante l’imitazione pratica
b) in modo esplicito formale

1. Addestrare è un’Azione di Utilità, ovvero un agire umano mirato a raggiungere uno scopo. Lo scopo è fornire il destinatario di una conoscenza. 2. L’addestramento formale è un’Azione di Comunicazione che si esegue parlando, usando comunicazioni verbali. La comunicazione che serve ad addestrare non mira al fare / far fare, bensì al conoscere. Cambia il rapporto intersoggettivo tra Emittente e Destinatario.

L’addestramento formale, richiede una comunicazione di secondo livello ovvero una comunicazione per conoscere un’ADU di riferimento. La prima caratteristica della comunicazione di secondo livello è che può essere realizzata soltanto usando il linguaggio verbale ed equivalenti.

Nel primo livello di comunicazione, lo scopo è fare 7 far fare un’azione nel contesto di un’ADU di riferimento già nota

Al secondo livello, è proprio l’ADU di riferimento l’argomento del comunicare. L’ADU di riferimento si trasforma da contesto referenziale immediato a contenuto espresso.

XIV

Nella comunicazione di secondo livello può essere effettuata solo con una lingua, e bisogna assumere ADU non come sfondo della comunicazione, bensì come il senso da trasmettere. L’italiano per descrivere – insegnare – conoscere – ha delle regole semantiche ben precise:

a) della proposizione (indicazione esplicita dell’argomento)
b) della denotazione (eseguire quanto appreso)
c) della verità (essere coerente con l’ADU denotata e con se stesso)

.:: Livello di comunicazione ::.

Aristotele poneva una differenza netta e radicale tra i “modi del discorso” e la comunicazione “dichiarativa”, cioè la comunicazione per la descrizione. Solo le “frasi dichiarative”, possono “subire una verifica della verità”.

XV

Trascrivere un discorso, scrivere è un’azione di Comunicazione. A questa azione si arriva:

a) osservando le entità fisiche sonore
b) scegliendo entità fisiche grafiche per sostituirle a quelle sonore

La scrittura alfabetica richiede di portare l’attenzione sui segnali sonori usati nel parlato, dunque di osservare e descrivere i segnali della lingua. I suoni di una lingua non sono semplici dati percettivi, sono oggetti, ovvero entità fisiche dotate di utilità, la funzione di segnalazione appunto, o comunicativa.

L’alfabeto si può descrivere:

a) utenti: esseri umani
b) scopo: produrre i suoni
c) entità fisiche: grafiche

I suoni vocali, che nella comunicazione verbale orale fungono da segnali, nella scrittura sono lo scopo, ovvero il senso di segnali grafici, nel contesto dell’ADU scrivere/leggere. Quando si esegue l’ADU scrivere/leggere si ottiene un risultato, una comunicazione appunto, che chiama in causa l’ADU comunicare verbalmente. Quando qualcuno legge ad alta voce intende comunicare i suoni segnalati dalle lettere. Chi legge è concentrato a decifrare correttamente i segnali grafici. Il lettore comunica all’ascoltatore il senso delle parole della lingua formate dai suoni letti.

Lingua parlata:

a) utenti: esseri umani
b) scopo: parte di ADU
c) entità fisiche: foniche

Scrittura alfabetica:

a) utenti: esseri umani
b) scopo: produrre i suoni
c) entità fisiche: grafiche

Nella comunicazione grafica, quando l’entità fisica vocale passa nel settore (B), lo scopo porta con sé, anche il suo scopo precedente, cioè lo scopo che ha quale segnale linguistico. Nella comunicazione grafica (lettura – scrittura ), lo scopo correlato ai grafemi appare costituito non semplicemente dai suoni vocali, bensì dai suoni vocali e dal loro scopo.

I filosofi greci, riuscirono a fare la differenza tra segnale e senso, dunque a scoprire che una cosa è il codice alfabeto e una cosa diversa p il codice lingua. Avevano individuato la struttura fondamentale del comunicare umano: 1) utenti 2) segnali 3) scopo

Parliamo e pensiamo esplicitamente al senso di una comunicazione quando svolgiamo il compito specifico di analizzare la comunicazione (III livello). Quando comunichiamo al (I – II livello) non facciamo altro che agire o comprendere – far comprendere l’Agire.

Secondo Vygotsky parlare è: un’operazione comunicativa che verte su un’altra operazione comunicativa, parlare appunto, dunque spinge a pensare al parlare.

XVI

.: Il terzo livello della comunicazione :.

Tutta la comunicazione di secondo livello deve essere preposizionale, denotativa, vera o falsa. La comunicazione di secondo livello deve essere valutabile rispetto all’ADU che si incarica di illustrare. Affermare / negare hanno esattamente questo scopo: che la descrizione (preposizionale) fornita corrisponda all’ADU in quanto permetta di eseguirla. Al terzo livello, la comunicazione riguarda la conoscenza e l’analisi della comunicazione stessa, casi particolari dell’Agire di Utilità:

a) utenti
b) scopo: conoscere - azioni di comunicazioni di: I livello (segnali per fare / far fare) II livello (parole per conoscere)
c) entità fisiche: segnali – di utilità (metalinguaggio – linguaggi formali)

d) Tre livelli di comunicazioni:

I) comunicare per far fare (com. per eseguire ADU)
II) comunicare per conoscere (com. per conoscere ADU)
III) comunicare per conoscere la comunicazione (com. per conoscere la comunicazione)

La diversità di base semantica implica scopi diversi e perciò usi diversi degli stessi codici. Dunque la diversità dei modi di comunicazione dipende dai segnali usati.

E’ necessario cercare le regole del I livello della comunicazione, analizzando le basi del comunicare. La comunicazione ordinaria, di primo livello, non è denotativa, non è preposizionale, non è nemmeno coerente con se stessa. La comunicazione verbale di primo livello mostra di risentire direttamente della variabilità e creatività delle ADU che assume a riferimento.

Secondo Jakobson il linguaggio verbale non è una totalità omogenea. Una lingua è piuttosto un insieme di sottocodici diversi. Ognuno di essi, potremo aggiungere, è diverso dagli altri per le regole secondo le quali funziona, regole che investono gli usi cioè le finalità del comunicare. La lingua è utilizzabile secondo regole d’uso ben diverse tra loro, a livelli diversi.